Già da alcuni mesi si stanno svolgendo le prove orali del concorso straordinario di Religione Cattolica, battezzato ancora da molti ‘sanatoria’. Si sono invece chiuse lo scorso 4 dicembre le domande di partecipazione al concorso ordinario, del quale deve ancora essere calendarizzata la prova scritta, per poi passare alle prove orali. Per ovvie ragioni la procedura straordinaria seguirà un iter più celere e le relative graduatorie dovrebbero già essere pronte per le immissioni in ruolo di settembre 2025. Quel che è certo, sulla base delle testimonianze di alcune diocesi, è che si assisterà ad un ribaltamento delle proporzioni, passando al 70% dei docenti Irc in ruolo e al 30% dei docenti di nomina vescovile.
Alta partecipazione per i concorsi Irc
Partiamo da alcuni numeri. I dati resi noti alcune settimane fa dai sindacati denotano un ampio interesse nei confronti dei concorsi Irc. Numeri prevedibili se pensiamo che i concorsi erano attesi da ben 20 anni. La necessità di una stabilizzazione di questi insegnanti che da anni portano la religione cattolica nelle scuole era ormai diventata quasi un’urgenza. Rifacendoci ai numeri pubblicati da Snadir si sono avute in totale 6.685 domande per le procedure straordinarie e 2.749 domande per i concorsi ordinari nelle scuole dell’infanzia e primaria (AAEE). Mentre per le scuole secondarie di primo e secondo grado (MMSS), si contano rispettivamente 6.028 e 3.446 candidature.
Una ‘sanatoria’ per assumere i docenti di Religione Cattolica?
Ancora in un recente articolo de La Stampa si è parlato di ‘sanatoria‘ nel far riferimento al concorso straordinario di Religione Cattolica, seppure si sia evidenziato anche come la procedura arrivi a portare finalmente dignità ad insegnanti bistrattati da tempo, vedendosi negare, oltre alla stabilizzazione, anche la carta del docente e la possibilità di ottenere incarichi come la presidenza di commissione agli esami di maturità . In realtà la ‘sanatoria’ (se vogliamo utilizzare la stessa terminologia) non è qualcosa di nuovo nel mondo scolastico se ripensiamo al concorso straordinario del 2018 per posto comune bandito per ogni ordine e grado scolastico, e se riflettiamo anche sul fatto che, semmai, la procedura non selettiva andrebbe solo a sanare le storture di un sistema che ha relegato per anni allo ‘status’ di precari la categoria dei docenti che insegnano Religione Cattolica.
La realtà descritta nel citato articolo del 4 gennaio 2025 fa riferimento alla città di Asti, ma potrebbe essere estesa, con percentuali più o meno simili, anche ad altri territori. Si parla della prospettiva di un ribaltamento che passa dall’attuale 70% di insegnanti Irc precari, quindi di nomina vescovile, e 30% di docenti Irc di ruolo, all’obiettivo contrario: arrivare al 70% di insegnanti di ruolo e solo al 30% di nomina vescovile.