Oggi scadono i termini a disposizione degli uffici scolastici regionali per poter pubblicare le graduatorie di merito del primo concorso PNRR, in modo da poter concludere le immissioni in ruolo per l’a.s 2024/24 entro il 31 dicembre. Nelle ultime ore si è assistito quindi ad una pubblicazione di massa per quelle classi di concorso che sono riuscite ad ultimare le prove orali le scorse settimane. Molti candidati sono quindi venuti a conoscenza del loro destino: idonei o vincitori? Da questo esito si segna un ulteriore importante risvolto: restare ancorati allo ‘status’ di precari o vedere la luce in fondo al tunnel (l’agognato ruolo). E così si intrecciano le storie di coloro che oggi possono tirare le somme di questo concorso, così criticato fin dall’inizio, ma da cui estrapolare anche alcune importanti riflessioni.
Concorso PNRR 1: “Non abbiamo lottato abbastanza: abbiamo accettato un’ingiustizia”
Nel volgere al termine il primo concorso PNRR lascia dietro di sé non solo l’amarezza di non aver condotto al ruolo molti docenti preparati, formati e con anni di esperienza alle spalle. Ha fatto luce anche su una consapevolezza: non aver saputo lottare abbastanza per dare valore agli idonei. E di questo pensiero è Valentina, docente supplente per la classe di concorso A019 (Filosofia e Storia). Molti la conosceranno soprattutto per il suo profilo Instagram ‘Midiconoche‘, in cui condivide quotidianamente stralci di una vita da insegnante precaria, tra riflessioni, post motivazionali, consigli di studio e informazioni su tutto ciò che attiene il mondo scolastico.
“Ero preparata nonostante gli ottimi punteggi conseguiti; resta però un grande senso di sgomento”. Questo il commento a caldo di Valentina, candidata al primo concorso PNRR per la A019 della Regione Campania, che ha scoperto ieri di non essere risultata vincitrice. Valentina si è portata a casa 92/100 alla prova scritta, 95/100 alla prova orale e vanta 41 punti per i titoli di servizio. Tutto questo però non è bastato per poter rientrare in 1 dei 3 unici posti disponibili nella sua regione. “È desolante perchè cerchiamo di conquistare una fetta di stabilità economica e contrattuale; ma il sistema è come se ti dicesse ancora una volta che non sei abbastanza. (…) Mi sento vittima di un’ingiustizia? No, ho accettato l’ingiustizia della non graduatoria di merito”. Questi sono i commenti che ha regalato ai suoi followers e che abbiamo voluto riportare per far riflettere su una situazione che sta coinvolgendo tantissimi docenti.
L’attenzione ancora una volta non può che andare infatti su regole di reclutamento che probabilmente non funzionano, ma soprattutto che non danno il giusto riconoscimento a chi il concorso in realtà lo ha superato (e anche brillantemente), ma ha avuto la sfortuna di non rientrare tra i pochi posti banditi o di essere scavalcato dai cosiddetti ‘riservisti’. Gli idonei meriterebbero, indiscutibilmente, una graduatoria per ragioni di trasparenza, laddove ci dovessero essere casi di rinunce tra i vincitori, ma anche per potervi attingere senza necessariamente bandire un nuovo concorso. “Non abbiamo lottato abbastanza”, secondo Valentina, “per conquistare una GM rivolta agli idonei”, ma ha voluto sottolineare comunque come anche da questa esperienza si possano trarre aspetti positivi: “Non ho potuto fare di più, ho fatto tutto ciò che era in mio potere. La possibilità di lavorare non si lega però ad un concorso, ma i sacrifici fatti sono serviti per migliorarci nel nostro lavoro”.
Queste parole potranno magari essere di conforto per chi si è ritrovato ad affrontare lo stesso sconforto di vedersi nuovamente sfumare il sogno del tanto atteso ruolo.