Mentre l’influenza stagionale di tipo A sembra diminuire, si è verificato un aumento dei casi causati da un altro virus: il tipo B. La presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, ha tranquillizzato le famiglie, spiegando la natura di questa influenza. Ha chiarito che questa sindrome influenzale, prevalentemente diffusa tra i bambini, raggiungerà il picco tra marzo e aprile. Nonostante l’aumento dei casi, ha sottolineato che non vi è motivo di allarmarsi in quanto la situazione è gestibile. Il virus di tipo B è simile al tipo A, ma è leggermente meno contagioso.

Influenza di tipo B: cos’è e quali sono i sintomi

L’influenza di tipo B rappresenta una delle principali varianti dell’influenza stagionale, occupando il secondo posto in termini di incidenza e colpendo circa il 25% dei casi. Questa malattia virale coinvolge principalmente il sistema respiratorio, manifestandosi con sintomi influenzali tipici come dolori muscolari, tosse e febbre che durano circa una settimana. È più comune nei bambini sopra i cinque anni. L’influenza B si diffonde facilmente da persona a persona tramite il contatto con le goccioline di saliva e muco emesse durante starnuti, colpi di tosse o semplicemente parlando a distanza ravvicinata. La trasmissione indiretta è possibile tramite contatto con superfici contaminate. È per questo che l’influenza si diffonde rapidamente in ambienti chiusi e affollati.

Prevenzione e cura

La vaccinazione antinfluenzale quadrivalente, somministrata durante la campagna vaccinale, copre anche il virus influenzale di tipo B, fornendo protezione. Per combattere l’influenza, si utilizzano antipiretici e antinfiammatori, accompagnati da riposo. Gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali e non dovrebbero essere utilizzati spiega la dottoressa Staiano.