interpello
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Fino alla vigilia di Natale, i dirigenti scolastici di molte scuole italiane si trovano a fronteggiare una sfida ormai diventata insostenibile: trovare supplenti per coprire le cattedre vacanti. La situazione evidenzia carenze strutturali e organizzative del sistema scolastico, che richiedono soluzioni urgenti e non più rinviabili.

L’interpello online: la nuova frontiera del reclutamento

Con l’entrata in vigore dell’OM 88/2024, gli istituti scolastici sono passati dall’uso delle tradizionali Messe a Disposizione (Mad) agli interpelli online. Questi ultimi rappresentano veri e propri avvisi pubblicati sul web, utilizzati quando risultano esaurite le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e le graduatorie di istituto, e non si trovano candidati disponibili nemmeno nelle scuole vicine.

Per consultare gli interpelli, i dirigenti e gli aspiranti supplenti devono accedere ai siti degli Uffici Scolastici, che raccolgono giornalmente una parte dei numerosi annunci. Le cattedre più richieste includono sostegno, italiano, matematica, fisica e discipline Stem, con una crescente domanda anche per le lingue straniere, in particolare l’inglese.

Un sistema in crisi: le osservazioni di Anief

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, l’attuale necessità di ricorrere agli interpelli evidenzia una crisi profonda del sistema scolastico. Con oltre mezzo milione di precari, l’Italia non riesce a garantire la copertura delle cattedre, compromettendo la continuità didattica.
Pacifico sottolinea alcune priorità per superare questa situazione:

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  1. Trasformazione dei posti in deroga: rendere i posti attualmente “di fatto” in organico “di diritto”.
  2. Ritorno al doppio canale di reclutamento: combinare concorsi pubblici e graduatorie per accelerare le immissioni in ruolo.
  3. Stabilizzazione degli idonei ai concorsi: offrire una soluzione definitiva ai candidati già risultati idonei ma non ancora assunti.

L’intervento richiesto dall’Anief non è solo una necessità per il presente, ma una condizione indispensabile per garantire un futuro scolastico più stabile e organizzato. La continuità didattica, infatti, rappresenta un diritto fondamentale per studenti e famiglie, oltre che un elemento chiave per il successo del sistema educativo italiano.