Come più volte abbiamo sottolineato, il docente di sostegno rappresenta una figura fondamentale nel processo di inclusione degli studenti con disabilità all’interno della scuola. Tuttavia, il sistema scolastico italiano non è riuscito, almeno fino a questo punto, a tenere il passo con la crescente richiesta di insegnanti specializzati: ogni anno, infatti, ancora tanti sono gli alunni certificati che a settembre non sono affiancati dal docente di sostegno qualificato e spesso la continuità didattica non viene garantita. Su questi aspetti problematici ci siamo soffermati varie volte e anche in più occasioni alcune associazioni di genitori hanno chiesto che si possa rispettare il diritto allo studio per i propri figli: di recente l’appello di una madre, “vogliamo docenti di sostegno empatici”.  

Una madre sottolinea la necessità di avere docenti di sostegno empatici 

Settimanalmente, il Corriere della Sera dà voce ai propri lettori con uno spazio dedicato per contributi personali. Ieri, 12 dicembre, la signora Mariapia Manzini ha inviato questa lettera poi pubblicata, in cui mette in luce la necessità che gli studenti certificati siano seguiti da personale qualificato e docenti sostegno empatici. 

“Mi permetto di evidenziare un tema che riguarda forse migliaia di famiglie i cui figli frequentano scuole dalla materna al liceo e sono disabili certificati. Esiste un problema: l’insegnante di sostegno. Non siamo genitori che chiedono trattamenti super, chiediamo solo personale preparato e non recuperato tra varie liste, persone che sappiano entrare in empatia con i nostri figli, chiediamo una continuità didattica e che al primo approccio con l’alunno disabile non venga imposto un clima disciplinare ferreo. Nessuno di questi insegnanti di sostegno mangerebbe se nel loro piatto non venisse servita tutta la fatica dei nostri figli”, così recita il testo pubblicato. 

Alcune riflessioni 

Lettera concisa ma forte, che solleva tutti i problemi legati al sostegno: docenti non specializzati, mancanza di continuità didattica, precariato, mancanza spesso di empatia. Se per i primi aspetti il governo sta cercando soluzioni per porvi rimedio (vedi il piano di assunzioni previsto, l’attivazione dei corsi INDIRE da affiancare al TFA, la richiesta della riconferma dell’insegnante da parte delle famiglie) per l’empatia la cosa è ben diversa: questa è una caratteristica che dovrebbe avere qualsiasi insegnante, non solo quello di sostegno, una peculiarità che dovrebbe essere insita in ogni docente che contribuisce alla crescita di ogni alunno.