Specializzazione sostegno
Specializzazione sostegno

Continua la polemica in merito al conseguimento della specializzazione sul sostegno: come sappiamo, nel nostro Paese ogni anno il numero degli studenti certificati aumenta, ma a questo incremento non corrisponde un numero sufficiente di docenti specializzati. Per limitare il problema, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha previsto che la formazione offerta dagli Atenei si affianchi da corsi organizzati dall’INDIRE, che però, ancora ad oggi non sono partiti. Come sappiamo, questa misura ha suscitato tante polemiche, che si sono ancor più accese a seguito delle recenti dichiarazioni del Ministro Valditara in merito alle Università: di seguito il punto della questione. 

Le dichiarazioni del Ministro Valditara in merito ai corsi di specializzazione su sostegno 

Nel corso della trasmissione “In altre parole” su La7 dell’8 dicembre scorso, il Ministro Valditara ha dichiarato: “Per la prima volta noi andiamo a stabilizzare in modo significativo docenti che non potevano essere assunti perché non avevano la specializzazione. La gran parte dei docenti precari sono docenti di sostegno. E perché non potevano essere stabilizzati? Perché mancavano le specializzazioni, perché le università non avevano interesse più di tanto a specializzarli e quindi non specializzavano questi docenti. Noi abbiamo, per la prima volta, affidato a INDIRE, il compito di specializzare questi docenti”. 

Il disinteresse dimostrato dagli Atenei, pertanto, sarebbe stata il motivo per cui il MIM ha coinvolto l’INDIRE affidandogli l’organizzazione di nuovi corsi di specializzazione sul sostegno da 30 CFU per docenti già abilitati e per chi ha ottenuto il titolo all’estero. 

Il lavoro svolto dalle Università in questi anni 

Tuttavia, se si fa riferimento ai dati relativi ai docenti formati attraverso ben nove cicli di TFA sostegno, ci rendiamo conto che le università italiane hanno specializzato circa 200.000 insegnanti, con un incremento da 19.476 posti per il I ciclo ai 32.317 per l’ultimo ciclo, smentendo pertanto le affermazioni del Ministro Valditara. Inoltre, gli atenei coinvolti sono passati da 31 a 52 in questi anni, fatto che testimonia l’interesse verso la crescente domanda formativa. Non è che il problema, pertanto, risiede altrove?