Personale precario AFAM, il prossimo 31 ottobre, a partire dalle ore 9,30, i docenti precari AFAM organizzeranno una mobilitazione nazionale sotto i palazzi del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Docenti precari AFAM, i lavoratori invisibili per il Ministero dell’Università e della Ricerca
In una nota informativa, i docenti precari AFAM, che finora hanno insegnato nei Conservatori di Musica e nelle Accademie di Belle Arti con contratti a tempo determinato, sottolineano la loro esclusione da qualsiasi procedura di stabilizzazione. Il decreto milleproroghe 2022 ha previsto un “provvisorio” sistema di reclutamento che non tiene conto dei diritti dei precari che hanno maturato il requisito dei tre anni di servizio per essere assunti in ruolo, esattamente come i loro colleghi negli ultimi 20 anni e come tante altre categorie di lavoratori che hanno goduto di questo diritto. Contrariamente, sono stati “inventati” i concorsi di sede, che portano in sé molteplici criticità: nessun filtro, nessuna tutela per i precari storici, mancanza di uniformità di programmi d’esame (“fantasiosi”) su tutto il territorio nazionale, e di criteri nazionali oggettivi nella valutazione dei titoli artistici e delle prove, organizzazione logistica ingestibile, tempi biblici con costi esorbitanti per le Istituzioni, spreco di denaro pubblico e tanto altro.
La mobilitazione nazionale a Roma coinvolgerà sia i docenti precari sia quelli di ruolo. Tutti uniti per urlare la rabbia, la delusione e l’indignazione per la vergognosa indifferenza con la quale si è affrontata la questione da parte del Ministero dell’Università e Ricerca: nonostante la salda determinazione dell’intero Parlamento a risolvere la questione attraverso l’approvazione di vari provvedimenti, inspiegabilmente nessuna manifestazione di volontà è finora emersa, invece, in capo al Ministero dell’Università e Ricerca, che potrebbe mettere facilmente fine a questa situazione di precarietà endemica!
La mobilitazione rappresenta lo strumento estremo per affermare a gran voce, dopo anni di precarietà silenziosa, il sacrosanto diritto ad una occupazione stabile, che dia un futuro certo alle loro famiglie, e a loro la possibilità di continuare a svolgere l’amata attività di docenza, vicino ai loro studenti, per trasmettere loro il culto e la passione per la musica e l’arte.
Negli ultimi 7 mesi, da quando è stato pubblicato il decreto ministeriale “ammazzaprecari”, l’avvocato Antonella Rizzo, che li rappresenta, ha cercato assieme ad alcuni referenti di portare avanti un dialogo costante con le Istituzioni e con le varie forze politiche. Tutto ciò ha permesso di conquistare l’appoggio dell’intero Parlamento e la disponibilità a dare soluzione alla grave situazione di precarietà storica che incombe nell’AFAM.La proposta risolutiva, a firma dell’avvocato Rizzo, depositata al Ministero dell’Università e della Ricerca, il 13 settembre scorso, a tutt’oggi, non ha avuto alcun riscontro. “È ormai necessario portare alla luce il grave caso di disparità che vedrà i docenti precari AFAM ingiustamente fuori da una procedura di stabilizzazione che coinvolge invece altre categorie di lavoratori: dal 31 ottobre rischiano seriamente il proprio posto di lavoro, fonte di energia vitale e di guadagno per intere famiglie. Essi sono pronti a tutto pur di veder tutelato il loro diritto al lavoro”.
“Sono stati mesi di intenso lavoro, – sostiene l’avv. Rizzo – in cui tutti i docenti precari hanno vissuto momenti di amarezza e di disperazione, che a tutt’oggi permangono, poiché non è stata messa in atto alcuna procedura straordinaria di stabilizzazione, come invece prevede la Comunità Europea. La procedura d’infrazione n. 4231 del 2014 e le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE, infatti, invitano e diffidano lo Stato italiano a prevedere una procedura di stabilizzazione anche per i docenti precari Afam; per tale motivo è stata inoltrata denuncia multipla alla Commissione Europea perché permangono i requisiti per deferire l’Italia alla Corte di Giustizia. L’applicazione della sanzione comunitaria rappresenterà per il nostro Stato un danno erariale ingente, un ulteriore spreco di denaro pubblico, se il MUR non adotta tempestivamente una soluzione anche per i precari del comparto AFAM”.