In un recente articolo abbiamo affrontato il problema delle specializzazioni sul sostegno conseguite all’estero: oltre la necessità di un riconoscimento da parte del Ministero dei titoli ottenuti e dei rilevantissimi ritardi nella procedura, in vista dell’aggiornamento delle GPS da più parti si è chiesto al MIM di rivedere la decisione che permette l’inserimento a pettine di questi docenti. Altri sindacati si sono uniti al coro del Coordinamento degli specializzati in Italia oltre, come abbiamo visto, alla FLC CGIL. Intanto, sembrerebbe che il Ministero stia lavorando ad un piano per ovviare al problema: di seguito il punto della questione.
L’inserimento a pettine nelle GPS sostegno potrebbe compromettere la continuità didattica
Nella sua bozza attuale, l’Ordinanza ministeriale sull’aggiornamento delle GPS valido per il biennio 2024-26 permetterebbe ai docenti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno presso Università estere di concorrere per il conferimento di un incarico annuale in attesa del riconoscimento del titolo. Tali docenti si inserirebbero non in coda, ma a pettine, potendo superare in graduatoria di fatto colleghi specializzatisi attraverso il TFA Sostegno. Cosa potrebbe accadere? Che durante il corso dell’anno scolastico, un eventuale mancato riconoscimento del titolo estero comporterebbe la risoluzione del contratto, compromettendo il diritto allo studio degli studenti con disabilità e la continuità didattica dell’insegnamento.
Anche il sindacato Snals ha espresso il proprio disappunto in merito: “È fondamentale ristabilire regole chiare e uniformi per tutti gli aspiranti docenti nelle graduatorie provinciali”, ha infatti dichiarato. “L’inserimento a pettine senza solide garanzie di riconoscimento del titolo rischia di generare disparità di trattamento e instabilità, danneggiando sia i docenti che gli studenti”. Pertenuto, la proposta del sindacato è quella di accelerare i tempi impiegati per il riconoscimento dei titoli.
Il piano del Ministero
In base a quanto è trapelato da fonti ministeriali, il MIM sta lavorando ad un intervento normativo che prevedrebbe dei percorsi compensativi per due categorie principali: chi ha conseguito titoli di studio stranieri in attesa di riconoscimento e chi è senza specializzazione ma con tre anni di esperienza in ambito di inclusione scolastica. L’intervento affiderebbe la gestione della formazione a enti diversi dalle università, per poter attivare un maggior numero di percorsi formativi, realizzati in maniera più rapida ed efficiente, che possano colmare le eventuali lacune riscontrate nella formazione effettuata all’estero.