Ancora una volta torniamo a parlare del sostegno alle attività didattiche per gli alunni con disabilità: soprattutto dopo la pubblicazione del report condotto dall’ISTAT sull’inclusione nel nostro Paese, la questione è ritornata maggiormente sotto i riflettori del governo e dei sindacati. In modo particolare, il dibattito si è acceso in merito alla continuità didattica dei docenti: in base ai dati ISTAT, nell’a.s. 2022/23 il 59,6% degli alunni certificati ha cambiato insegnante, percentuale che sale al 62,1% nelle secondarie di primo grado e raggiunge il 75% nelle scuole dell’infanzia. Il Ministro Valditara ha più volte affrontato la questione, ma le misure che vorrebbe introdurre non convincono i sindacati: anche la CISL scuola ha espresso il proprio disappunto.
Posizione della CIL Scuola
Sulla questione è intervenuta anche la segretaria generale CISL Scuola, Ivana Barbacci, ha commentato le voci secondo le quali la continuità di servizio di un docente di sostegno potrebbe essere garantita anche utilizzando a tal fine non meglio precisate “espressioni di gradimento” da parte dei genitori degli alunni nei confronti dell’insegnante stesso.
Riportiamo per intero il post di Ivana Barbacci: “A proposito dell’idea, che sta circolando in queste ore, di confermare i docenti di sostegno sulla base dell’indice di gradimento delle famiglie dell’alunno disabile occorre fare chiarezza! La continuità’ didattica, valore in cui crediamo, si può promuovere in tutt’altro modo. L’alleanza con le famiglie va sostenuta e rafforzata, ma non certamente attraverso l’espressione di “indici di gradimento” degli insegnanti.
La continuità sul sostegno non si costruisce con i vincoli
Ricordo che gli insegnanti sono dipendenti dello Stato, assunti da graduatorie pubbliche e che il loro operato non è soggetto a estemporanee valutazioni esterne. Costruiamo piuttosto un contesto di stabilità che garantisca agli studenti disabili personale docente specializzato e stabilmente assegnato. Assicuriamo la continuità non imponendo vincoli per legge, ma affidando alla contrattazione il compito di promuoverla e incentivarla, come è possibile e come già avvenuto con effetti positivi in passato”.