pensioni scuola
Lavagna disegno stilizzato

Appare ormai sempre più chiaro che anche nel 2025 molto probabilmente non ci sarà la Riforma strutturale delle pensioni. A causa infatti della limitata disponibilità economica, si starebbe addirittura pensando di sostituire Quota 103 con Quota 104. Preso atto della situazione, il sindacato Anief rilancia l’uscita anticipata per docenti e ATA con il riscatto gratuito della laurea.

Riforma pensioni in alto mare: effetti anche sulla scuola

Anche nel 2025 la Riforma strutturale delle pensioni potrebbe subire un rinvio. La prossima settimana dovrebbe di fatto arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri il Documento di Economia e Finanza con una serie di novità peggiorative per il futuro del sistema previdenziale italiano. A causa di “stime di crescita dell’economia contenute” è altamente probabile che la tanto attesa controriforma del sistema pensionistico sia destinato a rimanere un miraggio.

Per questo il Governo starebbe addirittura ipotizzando di prorogare di un anno Quota 103 contributiva o di introdurre Quota 104, la misura di anticipo pensionistico accessibile con 63 anni di età e 41 di contributi versati. In questo caso, si andrebbe quindi incontro all’innalzamento di un anno del requisito anagrafico. Come evidenziato dal presidente Anief Marcello Pacifico, una simile decisione andrebbe a gravare anche sul comparto scuola, che già si trova in una situazione difficile.

Anief chiede uscita anticipata per docenti e ATA con riscatto gratuito della laurea

Dopo le recenti novità, il presidente Anief Marcello Pacifico ha dichiarato: “Di fatto nella scuola si sta sempre più rompendo il patto generazionale: una 30enne giovane insegnante precaria andrà in pensione dopo mezzo secolo di lavoro e con un assegno intorno al 70% dell’ultimo stipendio. Non lo diciamo noi ma il sistema di simulazione Pensami“. Uno scenario tanto drammatico quanto veritiero che mette in luce come anche il comparto scuola abbia oggigiorno bisogno di una Riforma pensioni strutturale.

“Si tratta di lavoratori molto più a rischio di incorrere nel burnout rispetto al resto della pubblica amministrazione”. Ha aggiunto Pacifico. “Chi governa la scuola non può continuare a fare finta di nulla: per dare una risposta efficace al problema, basterebbe dare applicazione alle stesse regole in vigore oggi per i dipendenti delle forze armate e prevedere il riscatto gratuito degli anni di formazione e universitaria più l’eventuale integrazione dei fondi bancari”.

Tali affermazioni sono supportate dai dati relativi agli occupati nella Pubblica Amministrazione per classi di età e genere, messi a disposizione dall’Aran. Da qui si evince che nella scuola l’invecchiamento è quanto mai evidente: su 1.183.442 lavoratori ben 449.992 sono compresi nella classe di età 50-59 anni. Mentre in generale nella Pubblica Amministrazione su 3.238.744 lavoratori, solo 1.266.135 rientrano in quello stesso range.