I docenti e gli ATA a tempo determinato, anche se titolari di supplenze brevi, hanno diritto alla retribuzione professionale docenti (RPD) e al Compenso Individuale Accessorio (CIA). E’ quanto stabiliscono da tempo vari tribunali italiani, a seguito dei ricorsi presentati da sindacati e studi legali per conto di personale della scuola che rivendica tale diritto. Eppure, nei cedolini NoiPA di alcuni supplenti temporanei questa voce non compare ancora. Come mai?
RPD e CIA: perché non tutti i docenti e ATA la ricevono?
RPD e CIA spettano a tutti i docenti e a tutto il personale ATA. Sebbene l’Unione Europea abbia stabilito il principio di non discriminazione tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato, il ministero dell’Istruzione e del merito in alcuni casi ha fatto orecchie da mercante. Le disposizioni prevedevano che tale compenso spettasse al personale docente, educativo ed ATA assunto con contratto a tempo indeterminato o con contratto a tempo determinato su posti vacanti e disponibili con scadenza al 31 agosto e sino al 30 giugno; risultava, pertanto, escluso il personale docente, educativo ed ATA assunto per lo svolgimento di supplenze temporanee.
Eppure, alla clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul lavoro si stabilisce “Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive”. Nel caso in specie, tali ragioni oggettive non sussistono, in quanto i precari fanno esattamente le stesse cose dei loro colleghi di ruolo. Per questo motivo, nelle numerose e continue vertenze su questo tema, i giudici hanno sempre dato loro ragione, condannando l’Amministrazione a pagare agli interessati i compensi spettanti (lo stesso principio vale per la Carta del Docente).
Chi non la trova nel cedolino può fare ricorso, anche per gli anni precedenti
L’eventuale ricorso relativo ad RPD e CIA si basa anche sulla pronuncia della Corte di Cassazione che già dal 2018 ha dichiarato illegittima e discriminatoria l’esclusione dei docenti impiegati per “supplenze brevi” dal compenso per l’RPD, in virtù del principio di parità di trattamento sancito dall’accordo quadro europeo sul contratto a tempo determinato, che vieta ogni discriminazione tra personale “fisso” e personale precario. Motivo per cui, tutti dovrebbero avere questa voce nel cedolino.